Nel mezzo del cammin di vostra corsa ai regali di Natale, vi ritrovaste per una selva oscura che il vostro portafogli vuoto vi fece paura.. Allora, per voi plebei squattrinati e servi della gleba affannati, ecco una proposta per bagnarvi l'adunco becco con le poche monetine di rame che ancora vi ritovate in fondo alla tasca.
E' uno spumante rosè, provenienza Modena, azienda Cleto Chiarli, uve Lambrusco.
Obiezioni della servitù: a me il lambrusco non mi piace; io i rosè li schifo e li odio; ma l'Emilia-romagna...
Lo so, lo so.. dopo che uno vi ha fatto na capa tanta col pinot nero e gli Champagne, vi si presenta con un lambruschetto. ma ricordate la premessa: squattrinati e affannati!
Questo però è uno Spumante (non so se si era capito ma io il termine bollicina lo aborro, soprattutto al plurale e con la b maiuscola) che vi darà ristoro e sollievo dalle vostre fatiche natalizie e con un prezzo finito intorno ai 10 euro a bottiglia non vi costringerà ad andare dal vostro cravattaro.
Servito freddo a 8°C e sorbito avidamente intervallato da morsi capaci ad uno gnocco fritto e due fette di Felino fa la sua porca figura. Quindi astenersi dalla lettura: snob e filosofi del naturale, amanti dei grandi vini di piccole cantine, poeti del vigneron che cura la vigna vite per vite.
Qui si fanno i numeri e ci sta la potenza economica, l'agricoltura è convenzionale e il mercato non è il Demonio: perciò Chiarli esiste da più di centocinquant'anni, perciò le etichette di più larga produzione le trovate accatastate a milioni in ogni Conad del regno, perciò 15 righe fa stavate sollevando il sopracciglio critico.
Ma ve state a sbajà! Prima di tutto la linea CLETO Chiarli nasce e si fa per sollevarsi un attimo dal livello supermercato e poi, come sempre, il vino ve lo dovete bere per giudicare, sennò de che stamo a parlà?
Il Lambrusco è una vite di probabile origine del mantovano, pure Virgilio (a proposito della frase iniziale di questo post) ne attestò la forte diffusione. Esiste e regna in una decina di biotipi: Grasparossa, Viadanese, Maestri, Salamino, Reggiano, Mantovano e chi più ne ha..
All'abruzzese caprone poco piace: troppo lontano da mamma Montepulciano per essere vino.
All'abruzzese sommelier poco piace: troppo comune, troppo nazional-popolare, poco vino da meditazione, poco adatto all'uso di iperbole superlative nella descrizione.
Eppure il lambrusco ha avuto un ruolo chiave nella vitivinicoltura italiana ben oltre alle sue qualità proprie: è stato il primo vino italico a varcare le frontiere USA, quando un misconosciuto imbottigliatore esportò milioni di bottiglie della "coca-cola italiana" ai gringos. Quell'imbottigliatore di cognome faceva Biondi-Santi e con quei dollari ignoranti finanziò l'epopea del Brunello di Montalcino. Magari se non fosse esistito il lambrusco...
Ma veniamo alla tazza."Brut de Noir" Rosé - Cleto Chiarli 12%
Le uve sono Lambrusco Grasparossa (che si chiama così per il colore del raspo, come si vede nella foto precedente) e piccole quantità di Pinot Nero (lo so, sempre lui, ma non l'ho fatto apposta) addizionato probabilmente più per affinare il perlage che per dare profondità al bouquet olfattivo. Il metodo di rifermentazione è in "cuve close", che è una perifrasi fighetta per dire rifermentazione in autoclave.
Vamos!
Al bicchiere si presenta di un rosa polpa di ciliegia cristallino, la quantità e la qualità delle bollicine lo rendono accattivante. Queste sono fini e abbastanza numerose ma non molto persistenti. La spuma superficiale è rapida nello sparire. Nel complesso, l'aspetto non è male. Il naso è virato tutto sulle note primarie e varietali con un bouquet franco ma poco articolato. Le note fruttate sono le più presenti: ciliegie, fragole e piccoli frutti di bosco. Leggero finale vegetale. Al palato è secco, abbastanza caldo, abbastanza morbido, fresco e abbastanza sapido. di buon corpo,equilibrato e fine, pecca un po' in lunghezza una volta deglutito. Ma il sorso è fresco e piacevole in buon equilibrio. La bocca resta pulita e asciutta, non così stimolata come si penserebbe la salivazione, ma anche le sensazioni retronasali sono piacevoli e delicate.
Dal punto di vista dell'armonia generale, non raggiunge il pieno valore ma non promette ciò che non mantiene. I vari aspetti vista, olfatto, gusto sono tra loro equilibrati e discretamente armonizzati.
Certo non gli potete chiedere la luna, ma neanche a me potete chiedere di ballarvi il lago dei cigni in tutù. Quindi, tout se tient e il risultato è uno spumante piacevole, da gustare spensieratamente senza parsimonia. Il prezzo non fa il valore, ma conta: e questo è uno spumantino simpatico che tutti si possono permettere sempre e magari gli snob possono riconsiderare l'idea di Lambrusco.
83/100