sabato 17 dicembre 2016

Allons enfants..


Dicembre, andiamo, è tempo di stappare! disse il poeta. Allora nel tempo delle feste, chiudiamo l'anno delle degustazioni con il Re: Champagne!
L'occasione ce la presenta il Bureau de Champagne con una lunga serie di appuntamenti degustativi in tutta Italia, nel nostro caso siamo fortunati: relatore è l'ambasciatore dello Champagne per l'Italia Nicola Roni
Fin dalle origini lo Champagne ha vissuto la sua storia e la sua narrazione con i caratteri del mito: potrebbe essere una favola di Esopo, in cui la morale è superare le difficoltà senza superarle, anzi trasformandole in eccellezza irripetibile. La fama di questo spumante, peraltro pienamente meritata, è molto dovuta al carattere elitario ed esclusivo che ammanta l'intera sua storia. Fin dalle origini è stato il vino delle corti europee ed ha bagnato incoronazioni e nascite di regni. Ma il tratto saliente rimane quello della difficoltà e del come uscirne alla grande: per secoli i produttori hanno combattuto quella seconda fermentazione che spaccava bottiglie e sparava tappi, anche con la superstizione. Poi "le vin du diable" è stato domato con una bottiglia più spessa, con la gabbietta a trattenere il sughero e arrendendosi ad una personalità così esuberante e particolare. Da qui, finisce la storia ed inizia il mito. Con buona pace di chi nei secoli ha cercato di copiarlo, replicarlo, contraffarlo, adattarlo ed affrontarlo. 
La fredda sera di dicembre si snoda tra degorgement, pas dosé, brut nature, vigneron e cuvée multimillesimé. E ridendo e scherzando, viene fuori la piccola grande batteria dei quattro Champagne: variegata e polifonica, tenta di dare un'idea delle mille sfaccettature del diamante francese.

Ils sont:

1. Franck Bonville, Avize, Grand Cru, Blanc de Blancs

2. Pommery, Reims, Brut Apanage

3. André Bergère, Epernay, Prestige Brut millesimo 2008

4. Lanson, Reims, Extra Age 

Quindi abbiamo: un blanc de blancs (cioè esclusivamente da uve bianche, dunque Chardonnay 100%); un blending classico a prevalenza Chardonnay ; un millesimato, cioè da cuvée della stessa ottima annata; e infine un multimillesimo o polimillesimo, cioè da cuvée selezionate di tre ottime annate.
Allons enfants...

1. Franck Bonville, Avize, Grand Cru, Blanc de Blancs
Arriva giallo paglierino con riflessi dorati e una luminosità riflessa da bollicine veramente fini e numerose. Il perlage è di classe: la bollicina, conclusa la sua corsa dal fondo verso il pelo del liquido, stenta a sparire e si raduna con le altre al centro del cerchio per lunghi istanti. La spuma superficiale molto compatta e di circa un centimetro ha appena lasciato traccia di sè in una corona brillante.
Già dal naso si percepisce una freschezza (sia in termini di acidità che di leggerezza giovanile) piacevole ed armonica. Il bouquet è delicato ed equilibrato: floreale di fiori bianchi, fruttato di ananas e pesca nettarina, con note citrine di pompelmo, lieve ricordo di crema pasticcera su un fondo erbaceo di aromatiche da cucina. Molto elegante e fine.
In bocca è secco, abbastanza caldo, abbastanza morbido. Già accennato alla freschezza, sostenuta da una vena sapida di mineralità estremamente piacevole, quasi un'aria di mare. L'equilibrio tra le componenti è riuscito e il corpo sinuoso ben si rapporta con la persistenza. Una volta deglutito la bocca è perfettamente pulita e le sensazioni retronasali invitano a ripetere l'esperienza.

89/100
 
Avize è il cuore della Cote des Blancs e questo lo sapevamo, sapevamo pure che qui lo Chardonnay è LO CHARDONNAY, è quello che tutti vorrebbero fare. Quello che abbiamo saputo è che la maison fa esclusivamente Blanc de Blancs, che le sue cuvée non conoscono legno (se non per una etichetta) e che la sua storia come Recoltant Manipulant (cioè come produttore di uva e di vino in proprio) inizia nel secondo dopoguerra, quando si stacca dalla casa-madre Veuve-Cliquot. Della casa della Vedova si intravvede comunque, almeno in questa etichetta, un'impronta di stile.
Da tenere in considerazione..

 2. Pommery, Reims, Brut Apanage
 Altro fisico, altra storia: già alla mescita si presenta con un altro carattere. La spuma è più gonfia, ma anche più veloce nello scemare. Le bollicine sono fini , come si richiede ad un methode champenoise, numerose e persistenti, il colore è più virato sul dorato che sul paglierino. Aspetto bello e luminoso. Una certa irruenza sorprende l'olfatto: l'anidride carbonica viaggia come un treno, quasi a colpire le mucose. I profumi giocano su altri piani rispetto al precedente: niente di spiacevole, ma una nota sulfurea iniziale come sfregando un fiammifero apre il bouquet e dà il via ad una successione di sentori minerali (pietra bagnata), poi frutta esotica e profumi di forno (pane caldo e pasticceria secca).
In bocca è secco, caldo, abbastanza morbido, fresco e sapido. Il corpo è più muscoloso rispetto al Bonville e una volta sorseggiato il contenuto glicerico si rivela sulla superficie del bicchiere. Comunque elegante e fine, con buona persistenza.

86/100

Dopo il passaggio di mano del 2002 da LVMH (Louis Vuitton e compagnia bella) a Vranken, la maison sta cercando di risalire il K2 della qualità. In effetti la mano dello chef de cave Thierry Gasco è personale ed identitaria, e comincia a dare un'impronta non scontata alle cuvée. Il maggiore spessore di corpo e la carbonica più invasiva suggeriscono un'abbinamento a piatti importanti di pescato, ma anche a carni bianche saporite e grasse. Da riesplorare..
 
 3. André Bergère, Epernay, Prestige Brut millesimo 2008

Calice d'oro pieno e brillante, perlage fitto e sottilissimo con ottima persistenza sono il biglietto da visita di questo millesimo 2008 che si annuncia più rotondo ed evoluto dei precedenti.
All'olfatto, il principe dei sentori è un etereo di smalto o ceralacca, segue un vegetale di foglia bagnata prima, di fungo e muschio poi. La nota fruttata è determinata dalla buccia d'arancia caramellata e da nocciole tostate, in chiusura pan di spagna bagnato all'alchermes. Un bouquet di grande piacevolezza, sorprendente per la profondità e l'articolazione. Complessità ed eleganza al top.
Una volta sorseggiato, la sorpresa è una morbidezza capace di un sorso avvolgente con un corpo autorevole ma non massiccio. Nessuna sorpresa invece dal lato della freschezza gustativa (piena) e dalla mineralità consueta alla categoria, qui viva ma non invasiva.
La persistenza e l'intensità, una volta deglutito il sorso, riportano per via retronasale la nota di frutta secca piacevole e morbida. Un profilo organolettico molto interessante, per la complessità che già esprime non va atteso un minuto di più, anche se...

92/100


4. Lanson, Reims, Extra Age
Colore giallo dorato, bollicina elegante e lenta quanto numerosa. Brillante e di grande luminosità.
Inizialmente chiuso e restio a rivelare il bouquet, lascia poi intravvedere un naso molto evoluto, dove predominano le fragranze mature: frutta secca (nocciole e mandorle), miele di castagno, foglia di tabacco, cioccolato bianco, i frutti del sottobosco: fungo porcino grigliato, note tostate di caffè. In bocca è caldo, secco e morbido, abbastanza fresco e sapido. L'equilibrio è buono e dinamico, rotondità nel sorso e poi verticalità delle durezze, in particolare della mineralità, ne fanno un elegante Champagne da tutto pasto o da meditazione. Intenso e persistente è nel pieno della sua maturità. Carpe diem!
Accompagna bene i piatti di mare più impegnativi e saporiti: scampi al cognac, pescatrice alla marinara ma anche qualche arrosto di terra (agnello e funghi alla griglia).

94/100

Sarà la predominanza del Pinot nero (60 a 40 con lo Chardonnay), sarà l'unione riuscitissima dei tre millesimi 2000, 2002, 2004. Ma questo Lanson è emblematico e originalissimo. La sboccatura, meno recente rispetto agli altri (dicembre 2014) forse gli fa perdere qualcosa, che non si vorrebbe perdere. Ma rimane un immaginifico caleidoscopio di profumi e piaceri di gola. Ritentare nuovi assaggi si deve..

 

Risultato:una roba da restarci secchi. 
Se ne posso prendere solo uno: prendo l'Andrè Bergère. Se ne posso prendere solo due: prendo Bergère e Bonville. Se ne posso prendere solo tre: Bergère, Lanson, Bonville.
Sennò li prendo tutti e mi porto a casa anche il sommelier!








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