venerdì 11 novembre 2016

Salvate il soldato Gardini

Adesso che la polvere si sta depositando, buon ultimo partecipo alla polemica dell'anno: Luca Gardini e il vino di Eurospin.
La catena di hard-discount ha presentato nella prima metà di ottobre una proposta di vini-manifesto delle regioni italiane (Sangiovese, Fiano, Pignoletto, Verdicchio, Montepulciano, Nero d'Avola, Vermentino e tanti altri) con prezzi al lancio inferiori ai due/tre euro. Per rappresentare l'Abruzzo sono stati scelti Montepulciano d'Abruzzo e Trebbiano d'Abruzzo DOP. Si sottolinea nella campagna che si tratta di "vini integralmente prodotti" e sono tutti vini DOP, ed il testimonial è stato Luca Gardini.

Chi è Luca Gardini.
 Luca Gardini è stato l'enfant prodige della sommellerie italiana: classe 1981, figlio d'arte, inizia il corso da sommelier AIS a 14 anni. A 23 anni è sommelier nel sancta sanctorum del vino toscano: Enoteca Pinchiorri a Firenze; dal 2005 al 2011 lavora da Carlo Cracco. Nel 2010 diventa miglior sommelier d'Europa ed accede alle semifinali del concorso mondiale per l'anno successivo (che vincerà). Scrive "L'Enciclopedia del Vino" con Grignaffini e Pozzali.
Crea il "Best Italian Wine Awards" un concorso di vini italiani, giudicati da una giuria di fama internazionale per la promozione del vino italiano nel mondo.
Praticamente un semidio.


Ora che un'icona così potesse scatenare un putiferio infernale solo per aver prestato la sua immagine alla campagna pubblicitaria di un hard discount, in un Paese serio ed equilibrato come l'Italia, non solo era prevedibile, quanto lapalissiano! E infatti.. Dagli all'eretico! I video su youtube sono diventati virali in poche ore, e virale è diventata la polemica: i più moderati commenti ammiccavano alla lievitazione del conto corrente dell'ex idolo dei sommelier trattato alla stregua di donna di facili costumi, fino ad arrivare alla descrizione dell'immagine personale del povero Gardini descritto come novello Roberto Da Crema (quest'oscuro figuro, per i più giovani, era un televenditore degli anni 80 che spacciava orrendi orologi in orrende televendite). Adesso, diciamo che chi scrive non è mai stato un fan di Gardini, del quale non ha mai amato lo stile di descrizione "sparato ed iperbolico"; diciamo che in effetti la fisicità dell'ultimo Gardini e lo stile (volutamente informale) scelto per presentarsi nei video, un po' quel Roberto Da Crema lo ricorda pure. Ma a tutto c'è un limite, ed i censori non mi sono mai piaciuti.
Salendo un attimo di livello nella discussione, i più avveduti si sono posti due quesiti:
1. come può un vino DOP (denominazione di vertice qualitativo che racchiude le DOC e le DOCG) arrivare al consumatore a meno di due euro. Risposta: può, considerando le economie di scala: tutte le etichette sono prodotte da aziende cooperative, che per definizione fanno grandi numeri e sui grandi numeri un margine ridottissimo è comunque positivo ed accettabile. 
2. di conseguenza, un vino prodotto da aziende cooperative può riportare la dicitura "vino integralmente prodotto"? Vino integralmente prodotto significa che l'azienda possiede le vigne, lavora l'uva, produce il vino, lo confeziona. Risposta: può se si considera ogni socio della cooperativa, che per definizione non possiede le vigne, "proprietario di una quota dei beni della cooperativa stessa".
Quindi agli indignati censori di cui sopra porrei il quesito: meglio l'operazione Eurospin o meglio comprarvi il Barolo imbottigliato a Foggia, il sabato pomeriggio nella GDO più di classe? Mentre elaborate il filosofico quesito, dalle alte vette della vostra indignazione, volgete l'occhio al frigorifero e chiedetevi pure: meglio il baginbox Rosso IGT 5litri-9euro o una bottiglia che ci consiglia il buon Gardini che almeno riporta denominazione e contenuto in etichetta? A volte la spocchiosità, lo spirito elitario e l'arroganza dell'essere "conoscitori di vino" dovrebbero lasciare il posto ad un po' di umiltà e di curiosità senza preconcetti. Ma lo snobismo pare una malattia diffusa nel settore e di difficile guarigione.

Io invece sono curioso come una scimmia e ogni tanto mi diverto a sfogarla la curiosità, quindi: siccome un tale diceva che "ad Atene noi facciamo così..", noi facciamo così: si va all'Eurospin e per la modica cifra di 2,60 euro ci portiamo a casa una bottiglia di Montepulciano d'Abruzzo DOP 2015 ed una bottiglia di Trebbiano d'Abruzzo DOP 2015. Così: per divertimento, per vedere cosa si può prendere con quella cifra, per confrontare la descrizione che ne fa il miglior sommelier del mondo con quella di un  sommelier qualunque, ma.... abruzzese.


Trebbiano d'Abruzzo DOP 2015 12%

L'aspetto è accattivante: un giallo paglierino cristallino e vivace con ampi riflessi verdolini che preannunciano un sorso fresco e pulito. Il naso si presenta mediamnete intenso e abbastanza complesso, piacevole nelle note franche del vitigno: fiori bianchi e frutta a polpa bianca su un interessante fondo erbaceo, di erbe aromatiche. In bocca si confermano le impressioni iniziali: sorso pulito, con spiccata acidità e discreta sapidità che reggono l'equilibrio gusto-olfattivo. Le morbidezze moderate preannunciano la disponibilità a qualche anno di longevità. Persistente, per la tipologia, ed abbastanza intenso sembra più fine al palato che all'olfatto.
Nel complesso, un vino abbastanza armonico... un pò banale nell'aspetto olfattivo, ma certamente interessante al gusto.
Degustato prima da solo e poi in armonico abbinamento con cappelletti in brodo.
80/100

Montepulciano d'Abruzzo DOP 2015 12,5%    

Vividissimo rosso rubino profondo con spiccati riflessi violacei, di consistenza importante: archetti fitti e lacrime pigre nella discesa della parete vetrata. Il naso è classico del Montepulciano: frutta rossa (amarena) e nota erbacea fresca, poi floreale e un piccolo ricordo minerale, il tutto sovrastato da un piacevole sentore vinoso che sa di acerba gioventù.  
Secco, caldo e con morbidezza da compiere, ha nelle durezze gustative le frecce migliori: grande freschezza e tannicità tipicamente vigorosa seppur mai fastidiosa, sopraffanno una mineralità solo discreta. Il risultato è un palato pulito ed asciutto attraversato da un sorso potente: equilibrato, intenso, persistente e fine. Maturo e vicino, molto vicino, all'armonia.
Degustato prima da solo e poi in armonico abbinamento con gnocchi di patate al ragù.
84/100


 Il vino è della Società Cooperativa Agricola San Zefferino di Ortona (Ch), realtà del chietino formata da oltre 400 soci e più di cinquant'anni di attività. Produce i principali autoctoni abruzzesi ed alcuni tra i più importanti internazionali. In questo caso la prova non era delle più ardue: sono sempre più convinto che fare in Abruzzo un brutto Montepulciano o un pessimo Trebbiano sia veramente difficile. Terra e clima sono troppo congeniali a questi vigneti, tanto che perfino un diabolico manipolatore avrebbe difficoltà a rovinarli (con tanta buona volontà ci si può sempre riuscire eh! ma non è questo il caso). In realtà, un ipotetico alieno che si trovasse per la prima volta nel calice questi due vini non avrebbe una brutta fotografia del vino abruzzese, tutt'altro.
Certamente non si tratta di vini stellari, non si tratta di vini perfetti dal punto di vista dell'equilibrio gustativo, non si tratta di vini dalla complessità infinita, ma sono prodotti più che dignitosi. E sono accessibili a chiunque, senza patemi d'animo nè di portafogli.
Se poi l'ipotetico alieno fosse invogliato a farsi un giretto da queste parti e volesse regolarsi, assaggiando le diverse sfaccettature del vino abruzzese, ecco che l'operazione dell'eretico Luca Gardini acquisterebbe senso e merito con buona pace dei Soloni di cui sopra.

Statt Calm & Biv Montepulcian!   

  

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