Vini La Quercia è il riuscito progetto di quattro amici, che lavoravano intorno al vino, e che al giro del secolo decidono di mettere insieme le proprie esperienze e fondare un'azienda che fosse ad immagine e somiglianza di un territorio franco e genuino. Come l'albero simbolo dell'azienda, dal 2000 ad oggi, La Quercia cresce forte e vigorosa con radici salde e la chioma che sale sempre più in alto. Oggi, i quindici ettari di proprietà (di cui dodici a vigneto e tre ad uliveto) consentono di produrre Montepulciano, Trebbiano, Pecorino, Passerina e Montonico.
Naturalmente, il mio " periodo bianchista " e le antiche riminiscenze storico-archeologiche appuntano la mia attenzione sul Montonico. Questo è il panda dell'ampelografia abruzzese e La Quercia ha avuto un ruolo non secondario nel suo salvataggio. L'azienda lo produce in purezza per due etichette: un intrigante Metodo Classico "Pathos" e la versione ferma Abruzzo Dop Montonico. Inoltre il panda entra in alcuni uvaggi, ad esempio in "Eteros" lo spumante metodo Martinotti . Il numero di bottiglie è sempre limitato.
Elisabetta Di Berardino è persona gentilissima e generosa, presente al punto vendita mi fornisce un Pathos, un 2016 e l'ultima bottiglia 2014, per dare un'occhiata a come evolve nel tempo.
Il Montonico è vite di montagna, coltivato tra queste colline certamente dal tempo dei romani, con buona probabilità anche prima: caratteristiche ed alcune affinità genetiche fanno pensare ad un'origine peloponnesiaca ma quello che è certo è che si tratta di un autoctono del teramano e dell'ascolano, conosciuto con millemila nomi (uva raccioppoluta, trebbiano di montagna...) e certamente diverso dal Montonico di Calabria. Diffusissimo nel Diciassettesimo e Diciottesimo secolo, via via è andato scomparendo perchè ha un carattere un po' difficile: è a maturazione tardiva, arriva allo zenith solo verso la fine di ottobre, è vigoroso ma non fertilissimo, è mediamente produttivo, ma non tanto quanto un trebbiano ad esempio. Queste ed altre difficoltà ne hanno ridotto la presenza quasi solo ai comuni di Bisenti e Cermignano. Ciononostante regala grappoli grandi, con acini compatti e dalla buccia spessa, resiste bene a peronospera ed oidio e alle avversità meteorologiche della montagna o delle colline a ridosso del Gran Sasso. Uva tosta insomma.
"Pathos" Montonico Metodo Classico Pas Dosé 12,7%
Durante la permanenza napoleonica nel Regno delle Due Sicilie, l'esercito francese ebbe modo di apprezzare un vino bianco particolarmente profumato, di bella sapidità e con leggero pétillant, che tanto ricordava l'aria di casa da definirlo "pétit champagne".
Sulla scorta di questo fatto, storicamente accertato, nasce il Metodo Classico Pathos. Montonico in purezza, limitatissimo numero di bottiglie: un migliaio o poco più.
Il Pathos è un pas dosé, ottenuto da uve appassite brevemente in vigna e permanenza sui lieviti di circa diciotto mesi. Si presenta giallo paglierino scarico, con ricca spuma fragrante. Il perlage fine ma solo abbastanza persistente. Il bouquet olfattivo ruota su sentori di frutta secca, fieno e ginestra. Fine e piacevole, di media intensità. Al palato è secco, abbastanza caldo ( i quasi tredici gradi si fanno notare poco) e abbastanza morbido. Il versante delle durezze è dominato dalla sapidità. Equilibrato per la tipologia, abbastanza intenso e di buona persistenza. Da consumare con primi di mare a tendenza dolce: risotto agli scampi. Oppure con secondi di carne bianca: tacchino alla canzanese.
85/100
Santapupa Montonico Superiore DOP 2016 11,5%
Santapupa è nome che ben si addice a questo vino, in onore del folklore locale che vede una figura femminile in cartapesta danzare a chiusura delle feste patronali abruzzesi. Ma "mannaggia Santapupa" è anche una tipica imprecazione che facilmente possiamo immaginare sulla bocca di chi si avventura nella produzione di quest'uva e questo vino. Il risultato è un giallo paglierino con riflessi verdolini, abbastanza consistente, dal naso fine e delicato: profumi floreali, frutta a polpa bianca, note vegetali. In bocca: secco, abbastanza caldo, morbido, fresco e sapido. Stupisce per la sua innata rotondità. Il palato ne è piacevolmente avvolto e nonostante gli 11,5% sembra più corposo e materico. La sapidità sempre possente è qui ben armonizzata dalla freschezza e attenuata dalla morbidezza con sorprendente equilibrio.
Anche intensità e persistenza ne guadagnano con un piacevole finale ammandorlato. Veramente un ottimo risultato per un vino che ambisce ad essere semplice e beverino. Ottimo da aperitivo, perfetto con porcino grigliato.
88/100
Santapupa Montonico Superiore DOP 2014 11,5%

85/100
Alla fine il Montonico che preferisco è quello d'annata. Lo spumante è proprio buono, più vicino ai francesi che ai nostri metodo classico per la sapidità veramente notevole. L'annata 2014 è interessante ed apre curiosità sulle aspettative di vita di un vino bianco che non affina in legno e vorrebbe essere di consumo immediato, ma quando la materia prima è di ottima qualità...
Sogno di una notte di mezza primavera: un Montonico versione passito con fermentazione ed affinamento in legno grande. Il duro è provarci, ma il risultato potrebbe essere straordinario. Ai posteri..
Bell'azienda La Quercia, pochi fronzoli e tanta sostanza. Un'azienda dove si tanto si lavora e poco si filosofeggia. Da segnare in agenda, e non vi ho ancora raccontato del Red Side! Del Mastrobono DOCG Riserva e dei suoi fratelli... Ma questa è un'altra favola
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